Bitcoin Cash nasce dalle ceneri del Bitcoin ( clicca quì per la guida completa al trading ), ma ormai brilla di luce propria. Sotto alcuni aspetti differisce, potenziato sul piano della sicurezza. Il suo ingresso risale al 1° agosto 2017, quando esordì ufficialmente nel mercato online. Secondo diversi operatori consiste in una versione 2.0 del Bitcoin. Presenta identica configurazione, ma colma note lacune.
Questo progetto partì in seguito ad alcune preoccupazioni manifestate in merito alle transazioni online. Destavano perplessità, nello specifico, alcuni meccanismi di controllo. Il timore diffuso era che banche o istituzioni fossero in grado di influenzarne l’andamento. Per rimediare, mining e sviluppatori cooperarono, creando, appunto, il Bitcoin cash. Valuta, o più correttamente, “contante elettronico peer-to-peer nato per internet”, non regolato da banche centrali. Il fautore fu Calin Culianu, assai fiducioso che potesse sostituirsi all’obsoleto Bitcoin.
Conquista più credibilità il BCH anche perché si conosce colui che è al timone del progetto. Un alone di mistero aleggia, al contrario sul fondatore dello storico Bitcoin, Satoshi Nakamoto. Identità fittizia tra i 50 uomini più ricchi del pianeta. Che alimenta dubbi e sospetti. Il motivo è presto detto: può determinare impennate o bruschi crolli di valore, come un burattinaio. Satoshi, col 5% dei Bitcoin totali, è in grado di decretarne flusso e, conseguentemente, rarità.
Il Bitcoin cash trae successo dall’anonimato. Associati due codici (le chiavi crittografiche): uno noto solo al proprietario per spenderlo; un altro pubblico, cioè l’indirizzo per riceverlo, costituito da 34 caratteri alfanumerici. Ogni singola moneta virtuale ha un preciso intestatario e pertanto può essere utilizzata ‘una tantum’. Privacy tutelata dal fatto che spetta al possessore decidere se rivelarsi o meno durante la transazione. I nodi appartenenti alla rete creano un flusso sicuro. Affermati professionisti nel ramo informatico ritengono inoltre goda di credibilità per via del software libero. In altre parole, tutti gli interessati hanno facoltà di accertare che tutto proceda nel verso giusto.
Indice
Differenze tra Bitcoin e Bitcoin Cash
Spinta propulsiva il motore blockchain. Passo cruciale verso un futuro fondato su database pubblici e condivisi, protetti da eventuali alterazioni. Il registro aperto consente a qualunque membro della rete (“nodo”) di scaricarlo e consultarlo direttamente. Approvate le modifiche, compongono un blocco aggiuntivo della catena, collegato al precedente. I dati sono adesso immodificabili, a meno che il 51% del potere di calcolo dell’intera catena non dia approvazione.
Nel campo delle imposte dirette, materia IVA, è sancita l’esenzione dalla Corte di Giustizia UE (C-264/14). Alcune indicazioni sulle imposte dirette, per plusvalenze, provengono dall’Agenzia delle Entrate (Ris. 2 settembre 2016 n° 72/ E). Risoluzione che stabilisce la non imponibilità, in assenza del fine speculativo. Il legislatore considera per tali finalità esclusivamente valute estere cedute a termine o risultanti da depositi/conti correnti. E quindi, come titolo non rappresentativo di merci (TUIR 917/86), le plusvalenze finanziarie sarebbero soggette all’aliquota del 26%. In termini di imposte indirette, che colpiscono la ricchezza al momento del suo trasferimento, può tranquillamente sostenersi l’applicabilità dell’imposta di successione e donazione. Comunque, è reclamata a gran voce una presa di posizione definitiva.
Tra i punti a favore del Bitcoin cash figura, anzitutto, una velocità superiore nelle transazioni. Mentre il Bitcoin tradizionale ha un blocco di 1 MB (equivalente a tre transazioni al secondo), quello Cash vanta addirittura 8 MB. E assume identità univoca, rimuovendo il segwit. In altre parole, sprovvisto del codice sorgente, è una vera e propria moneta indipendente, dotata del suo mercato futures. Il Bitcoin cash garantisce oltretutto maggiore sicurezza contro replay e wipeout.
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