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Disoccupazione e mercati

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Di Ivano Sabbioni

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Torniamo a parlare di indicatori economici e di questioni che dovresti seguire molto da vicino sul tuo calendario economico. Oggi infatti parliamo di tasso di disoccupazione, dalla prospettiva che ovviamente interessa i nostri lettori, ovvero quella degli effetti sui mercati finanziari.

La disoccupazione è almeno all’apparenza una questione economica e finanziaria con la quale siamo abituati a fare i conti e che potrebbe sembrarci alla nostra portata. In realtà le ripercussioni sul e le interazioni con il mercato finanziario non sono banali.

Disoccupati, nel 1929, durante la maggiore crisi economica della storia umana

Per questo motivo abbiamo deciso di andare ad analizzare a fondo l’impatto di questo indicatore economico sui principali mercati, per offrirti tutti gli strumenti di cui hai bisogno per leggere i dati che arrivano e per tradurli in modifiche alla tua strategia di trading.

Ti consiglieremo anche quei broker che ti permettono – attraverso esperienza e analisi semi-automatica – di comprendere come nella pratica si traduce quello che andremo a vedere nel corso della nostra guida di oggi.

Ti basteranno pochi minuti – ad esempio – per aprire un conto demo su FP Markets e verificare che quello che ti diciamo si verifica davvero sui mercati, pur senza investire neanche 1 euro di capitale reale.

Di cosa parleremo in questa guida sulla disoccupazione?

Ci sono diversi argomenti che dovremo andare ad analizzare nel corso della nostra guida di oggi.

Siamo infatti davanti ad una questione particolarmente complessa, che una volta analizzata però ci sarà di grande aiuto per le nostre operazioni di trading.

Dovremo infatti parlare di:

  1. Cosa significa disoccupazione, perché non vuol dire banalmente assenza di occupazione da parte di un soggetto abile al lavoro. Le implicazioni di carattere finanziario sono più articolate e dovremo necessariamente affrontarle;
  2. Cosa causa la disoccupazione in un’economia moderna e sviluppata: come sempre le economie maggiormente sviluppate devono essere separate da quelle meno sviluppate, anche per quanto riguarda le cause che possono portare appunto alla disoccupazione. Capire il funzionamento di queste dinamiche vuol dire poter anticipare i mercati e le loro reazioni;
  3. Come la disoccupazione e gli indici che la riguardano finiscono per impattare sul mercato azionario, che è il mercato che principalmente ne viene colpito.

Sono dunque molti gli argomenti che dovremo andare a trattare nel corso della nostra guida sulla disoccupazione e sui suoi impatti sui mercati.

Come amiamo ripetere all’interno di ogni guida che si occupa di indicatori economici, il modo migliore per comprenderne il funzionamento è sempre quello di andare a toccare con mano gli effetti.

Come fare? I conti demo oggi ti offrono una grandissima opportunità: quella di seguire i mercati in tempo reale con le quotazioni vere e attendibili. Questo vuol dire che in concomitanza della presentazione dei dati delle migliori economie, potrai toccare con mano gli effetti del dato rispetto alle aspettative e sui mercati.

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La disoccupazione è il secondo indice più importante di un’economia

Quest’affermazione è verità diffusa tra economisti, traders e piccoli investitori.

Abbiamo avuto già modo di parlare di PIL e mercati e abbiamo visto come questo indicatore sia ritenuto il primo – perché capace di sintetizzare al meglio – l’andamento di una determinata economia.

Il parere diffuso è che appunto l’indice della disoccupazione sia invece il secondo e che dunque rivesta un’importanza assolutamente elevata.

Perché la disoccupazione è un indice così importante per quanto riguarda l’analisi e i movimenti di mercato? Avremo modo di vederlo più avanti nel corso della nostra guida. Continua a leggere.

Gli effetti della disoccupazione sono molteplici e non banali

Vale anche la pena di ricordare, nel novero di una guida che punta ad analizzare la disoccupazione in relazione ai mercati, che questa ha degli effetti decisamente non banali.

  1. Un’alta occupazione è sicuramente segno di un’economia in salute, dove la popolazione partecipa in modo consistente alla fase produttiva e dove in genere l’output è molto elevato;
  2. La bassa disoccupazione è in genere ritenuta un segno altamente positivo per un’economia;
  3. Una disoccupazione molto bassa può avere però degli effetti negativi sull’economia, tra i quali spiccano, anche se in modo decisamente poco intuitivo, sia inflazione che riduzione della produttività.

Chi non ha una buona formazione economica, avrà difficoltà a mettere insieme nozioni che almeno sulla carta potrebbero sembrare discordanti.

In realtà però è facile, anche con un minimo di preparazione, capire perché una disoccupazione troppo bassa può fare da apripista ad una fase di assestamento economico dove la produttività ne uscirà comunque ridotta.

In primo luogo, il mercato del lavoro, arriverà ad un punto in cui ogni lavoro aggiunto va ad aggiungere marginalmente meno del suo costo al processo produttivo. Ogni posto di lavoro oltre quel punto di equilibrio diventa dunque dannoso per la produttività.

In secondo luogo una bassissima disoccupazione si trasforma quasi sempre in una crescita dei salari, che se da un lato sta a significare una crescita della domanda di beni e servizi, dall’altro comporta un aumento dei prezzi della stessa, con effetti potenzialmente nefasti sul capitale e sul settore industriale e produttivo.

Un lavoro di bilanciamento molto difficile da parte delle banche centrali

Anche le banche centrali seguono con grandissima attenzione i dati che arrivano sulla disoccupazione. Bilanciare la situazione non è affatto semplice:

  1. Negare opportunità di lavoro a chi non lo ha è una scelta eticamente e politicamente difficile e discutibile;
  2. Far pagare al sistema i lavori “inefficienti”, si trasforma invece in un attacco appunto all’efficienza e all’output economico.

Le politiche monetarie delle banche centrali operano sempre – almeno nei paesi maggiormente sviluppati – per cercare un equilibrio tra le due istanze.

L’effetto della disoccupazione sui mercati azionari

Il mercato che maggiormente risente dei livelli di disoccupazione e della modifica degli stessi è sicuramente il mercato azionario, ovvero il più rappresentativo dell’economia produttiva o reale.

I mercati si muovono in questo senso:

  1. Se la disoccupazione sale, scende la fiducia nel sistema economico di riferimento e mediamente le azioni perdono di valore;
  2. Se la disoccupazione scende, è in genere per piccole percentuali segno di un’economia in salute, in crescita o in ripresa, con l’effetto contrario rispetto al punto 1, ovvero un aumento di valore percepito e reale delle azioni del mercato di riferimento.

Questa spiegazione, in realtà molto semplice, ha in realtà bisogno di un paio di caveat:

  1. Se i posti di lavoro creati sono improduttivi, i mercati recepiranno la notizia in modo contrario;
  2. Un aumento della disoccupazione può essere ritenuto, in una certa misura e in determinate fasi del ciclo economico, fisiologico, senza che questo appunto vada a impattare troppo sui mercati.

Ricordati sempre che il vero motore sono le aspettative

Va anche ricordato che dovremo sempre confrontare il dato reale contro le aspettative. I mercati non reagiscono soltanto al dato reale, anzi, reagiscono solamente al dato reale paragonato alle aspettative.

Le aspettative sono fluide e si formano nel tempo e scontano il loro impatto in modo continuo.

Quando il dato ufficiale viene diffuso, i mercati o rimarranno immobili se le aspettative coincidono con il dato, oppure procederanno ad una correzione quasi immediata, tenendo conto dei nuovi dati sulla disoccupazione.

Si tratta dunque della solita modalità di funzionamento che abbiamo sottolineato in tutte le guide che riguardano le grandezze economiche e gli indicatori.

È il gap tra aspettativa e dato reale a muovere il mercato e non il dato in quanto tale.

Aspettati grossa volatilità quando i dati sono discrepanti in modo sostanziale dalle aspettative

Ovviamente maggiore sarà la distanza tra aspettative e dato reale, maggiore sarà la rapidità di correzione e dunque la volatilità.

Ricordati anche che spesso i mercati tendono a sovracorreggere, ovvero a fare delle correzioni eccessive, che poi scatenano un trend di rientro in senso opposto.

Questo vuol dire che dovremo appunto tenere sempre conto di trend e controtrend.

Puoi accorgerti e verificare questi effetti da solo, sempre aprendo un conto demo per fare pratica nel trading online.

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Conclusioni: conviene seguire i dati sulla disoccupazione?

Assolutamente sì, e ti consigliamo di seguire, tramite un buon calendario economico, tutti quelli delle principali economie mondiale.

Un dato particolarmente negativo o positivo nelle economie USA, Germania, Cina, Francia, Italia, Spagna e più in generale in tutti i paesi del G20 è in genere in grado di far sentire i suoi effetti ben oltre i paesi di appartenenza.

Lo ripetiamo ancora una volta a scanso di equivoci: i dati sulla disoccupazione sono molto importanti e ogni bravo broker li segue con il proprio calendario economico.

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