Poco tempo fa avevamo parlato della volatilità dei mercati di cambio ed oggi proveremo ad applicare ciò che è stato detto all’attuale situazione economica mondiale. La volatilità e’ in calo in questi ultimi anni, una delle cause principali è stata la politica monetaria ultra-loose impiegata dalle banche principali come la Federal Reserve, la Banca centrale europea, la Banca del Giappone e la Banca d’Inghilterra.

Se i dati di febbraio e marzo devono essere coerenti con l’anno le tendenze per il 2014 non stanno andando un granché. Entrambi i mesi mostrano che i pip giornalieri spaziano tra il 20% e il 30%, al ribasso, rispetto ai mesi corrispondenti di un anno fa.
Tuttavia se vi è una correlazione diretta tra le politiche monetarie divergenti delle banche centrali,
allora potremmo essere in un miglioramento per l’anno che verrà. La Reserve Bank della Nuova Zelanda e’ recentemente stata la prima grande banca a cominciare a stringere la politica monetaria e gli altri si preparano a seguirne l’esempio; la Federal Reserve continua a diminuire gli acquisti di asset e i future su tassi di interesse che avranno un primo rialzo dei tassi al 0,5% nel giugno 2015.
La BCE sta lottando per affrontare la minaccia di deflazione e la crescita anemica. La prospettiva e’ ancora più flessibile e la politica monetaria usa a questo scopo misure “non convenzionali” come il taglio del tasso sui depositi, le operazioni di rifinanziamento a lungo termine o addirittura a titolo definitivo con il quantitative easing che rimane alto. Il mercato non sta per ora valutando un primo aumento dei tassi di interesse fino al marzo 2016.
Successivamente la volatilità fx potrebbe diventare una funzione della politica monetaria della banca centrale relativa alle principali coppie: ad esempio l’Euro / Dollaro, Dollaro / Yen, Euro / Sterlina, e forse anche Sterlina / Dollaro potrebbero vedere aumentata la volatilità dal mese di settembre fino verso la fine del 2014.
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