Obbligazioni Venezuela 2027: conviene investire? La nostra opinione
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Le obbligazioni del Venezuela a 7 anni, con scadenza nel 2027, pagano cedole semestrali del 9,25%.
Questo potrebbe portarti a pensare che siano l’investimento migliore di sempre: sono obbligazioni governative, il rendimento è conosciuto fin da principio, ed il rendimento annuo è il 18,50%.
Se credi di aver trovato una gallina dalle uova d’oro, però, dobbiamo smorzare il tuo entusiasmo. Queste obbligazioni sono il peggior investimento che puoi fare, paragonabile a lanciare letteralmente i soldi dalla finestra.
Ma perché questa illusione, e costa sta succedendo alla nazione che un tempo era per distacco la più ricca di tutta l’America Latina?
Siamo qui per scoprirlo, facendo un’analisi dettagliata di quel che sta succedendo in Venezuela.
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E ora cosa c’entra il petrolio con questa storia? Come vedremo tra poco, parlare di Venezuela senza parlare di petrolio è impossibile.
Tieniti pronto per uno dei più grandi disastri di politica economica al mondo, e per scoprire come si riflette sulle obbligazioni governative del Venezuela.
Il finto rendimento delle obbligazioni venezuelane
Quando guardiamo al rendimento di un’obbligazione, non basta sapere il rendimento lordo. Dobbiamo calcolare il rendimento netto, che si ottiene sottraendo l’inflazione al rendimento lordo.
Rendimento netto = Rendimento lordo – Inflazione
Ora, se guardiamo solo al rendimento lordo, i bond venezuelani sembrano un ottimo affare. Ma sai qual è il tasso di inflazione attuale del bolivar venezuelano?
Siamo intorno al 58.000%.
Non hai capito male e non è un errore. Cinquantottomila percento. Il rendimento netto, quindi, è:
Rendimento netto = 18,5% – 58.000%
Spieghiamoci meglio.
Quando compri bond venezuelani, lo devi fare in valuta locale (come ovunque nel mondo). Ma alla scadenza dovrai riconvertire questi bolivar in euro, per cui se nel frattempo il bolivar ha perso valore, anche i tuoi bond lo hanno perso.
L’euro si svaluta circa dell’1% annuo. Il bolivar si svaluta 58mila volte di più. Significa che, tra 7 anni, quella valuta che ti viene ripagata dal governo venezuelano ha lo stesso valore della carta straccia.
In realtà ha ancora meno valore della carta straccia. Infatti, una notizia accertata da Reuters di alcuni mesi fa, riporta che il governo venezuelano non ha più abbastanza soldi per comprare la carta moneta su cui stampare le banconote.
Un servizio interessante della BBC, invece, mostrava alcuni artigiani venezuelani intenti a creare piccole composizioni (portafogli, centrotavola e borse) usando le banconote locali. Il valore in dollari? Due o tre dollari di banconote venezuelane per tessere un’intera borsa.
Se vuoi trovare notizie queste interessanti di economia e finanza tutti i giorni, tra l’altro, potrà sicuramente interessarti la sezione “Analisi di mercato” del sito di Capital.com (puoi visitarla gratuitamente da qui).
Venezuela: Una nazione sottosopra
Il Venezuela, ad oggi, è uno dei posti più pericolosi al mondo e sta attraversando una crisi devastante, con milioni di persone che soffrono la fame. Oltre 1 milione di persone ha abbandonato il paese, ogni anno, negli ultimi 5 anni.
La storia ha dell’incredibile, perché il Venezuela è teoricamente la nazione più ricca al mondo. Questo paese galleggia, letteralmente, sul petrolio.
Le riserve petrolifere del Venezuela sono le più vaste del pianeta. Kuwait, Emirati Arabi e Qatar, messi insieme, impallidiscono di fronte al bacino petrolifero venezuelano dell’Orinoco.
La proporzione, tanto per capirci, è quella di un lago contro una piscina.
C’è talmente tanto petrolio in Venezuela, che in alcuni punti sgorga naturalmente dalla terra. Per questo gli aborigeni, prima ancora dell’invenzione della benzina, lo usavano per rendere impermeabili le loro barche.
Com’è possibile che una nazione così ricca sia finita in una crisi così profonda e umanamente drammatica? Qui vogliamo ripercorrere la storia di quel che è successo.
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Sul sito di FP Markets c’è un calendario economico molto utile, che può aiutarti a tenere traccia dei principali dati relativi al petrolio negli ultimi anni (annunci dei produttori, report sulle scorte e così via). Sono dati interessanti da associare alla storia del Venezuela.
Il petrolio e la storia di Chavez
Fino agli anni ’70, le multinazionali di tutto il mondo investivano in Venezuela e si appropriavano delle risorse petrolifere nazionali. In questi anni, però, il vento politico è cambiato.
Le riserve di petrolio sono state nazionalizzate, e le multinazionali cacciate via. Il fatto di nazionalizzare il petrolio non è di per sé un male: nel caso degli Emirati Arabi e ancor più in quello della Norvegia, ha funzionato molto bene.
Il problema è che l’altissimo livello di corruzione dell’impresa nazionale di estrazione petrolifera ha reso la produzione inefficiente e scarsa. Gli investimenti venivano dirottati in tangenti, mazzette e appropriazioni indebite.
Tutto questo ha arricchito pochi a discapito di molti. Così il popolo ha eletto a gran voce Hugo Chavez come presidente.
Chavez ha inaugurato una politica economica completamente diversa, ridistribuendo i proventi del petrolio tra i cittadini. In una mossa di stampo fortemente socialista, ha finanziato:
- Pensioni d’oro e molto anticipate;
- Infrastrutture non produttive;
- Milioni di case popolari;
- Programmi che, in poche parole, lanciavano soldi a pioggia su ogni venezuelano.
Questo, in un primo momento, ha arricchito i venezuelani e ha reso la nazione molto competitiva sullo scenario internazionale.
Ma una nazione che si fonda su un solo business è un grande rischio. Ed è così che, nell’arco di vent’anni, le cose sono cambiate profondamente.
Letture d’approfondimento consigliate sul petrolio
Un clamoroso declino
Il petrolio ha spazzato via ogni altra azienda venezuelana:
- Dal momento in cui i lavoratori delle aziende petrolifere erano molto ben pagati, nessuno aveva più intenzione di lavorare in aziende private o di rischiare diventando un imprenditore;
- Il petrolio ha fatto saettare il valore della valuta venezuelana, spingendo i cittadini ad importare beni prodotti all’estero in quantità, ed eliminando i produttori locali;
- Il grande assistenzialismo statale ha reso le persone meno inclini al lavoro, dal momento in cui potevano contare sui soldi dello Stato per vivere.
Sempre più persone, tolti i lavoratori del settore petrolifero, non avevano lavoro. E sempre di più il governo ha dovuto sostenere la vita dei cittadini vendendo petrolio in cambio di case, cibo e servizi per i suoi disoccupati.
Un po’come se il vincitore della lotteria iniziasse a comprare camion di caviale e champagne per tutti i senzatetto d’Italia. Inizialmente può aiutare, ma è una visione miope.
La cosa è esplosa quando il ricchissimo Venezuela ha dovuto indebitarsi per sostenere la vita dei suoi cittadini. Un paradosso. E per giunta in quegli stessi anni il valore del petrolio è drasticamente calato.
I debiti, uniti all’incapacità di ripagarli con le vendite del petrolio, hanno distrutto l’economia venezuelana. Inoltre hanno reso impossibile investire in estrazione di altro petrolio, e l’azienda nazionale è sempre meno efficiente e produttiva.
Ora il valore della produzione petrolifera è a un minimo storico, ed il Venezuela si trova in una situazione di povertà senza precedenti.
La situazione attuale
Dopo la morte di Chavez, il governo è passato al suo successore e braccio destro Nicolas Maduro.
Maduro ha continuato con le stesse politiche di Chavez, in modo sempre più anacronistico, facendo sprofondare ancora più in basso la situazione economica e umanitaria del Venezuela.
Nel 2019, un colpo di Stato guidato dal rivale politico Guaidò ha tentato di sovvertire la guida del paese. Il tentativo però è fallito, ed il potere è ancora saldamente nella mani di Maduro.
Come quasi sempre avviene nelle dittature, Maduro esercita il potere assicurandosi la fedeltà dell’esercito. I militari vengono trattati molto bene dal governo centrale, di modo che rimangano fedeli al regime.
Fino a quando questa situazione andrà avanti, non ci sono probabilità che la situazione dei titoli di Stato venezuelani migliori. Né le obbligazioni con scadenza nel 2027, né le obbligazioni di alcun genere sono da acquistare in questo momento.
Puoi seguire le notizie in arrivo dal Venezuela, tra cui il possibile intervento armato degli Stati Uniti, nella sezione dedicata alle notizie di Capital.com (vai al sito cliccando qui).
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Se sei alla ricerca di buoni investimenti, dovresti stare alla larga dalle obbligazioni venezuelane. Decisamente alla larga.
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