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Borsa Milano azioni: guida rapida

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Di Paolo Santilli

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La borsa di Milano è antichissima essendo stata istituita nel 1808, mentre tutt’oggi a Milano ha sede “Borsa Italiana”, la società che si occupa della gestione e funzionamento del mercato finanziario italiano. La borsa di Milano è più conosciuta con il nome di Piazza Affari, ossia il mercato dove si negoziano titoli a lungo termine.

Borsa Milano azioni

Borsa Milano azioni: sede di Piazza degli Affari

Il mercato azionario ufficiale della borsa di Milano è l’MTA, mentre il più noto tra gli indici azionari è il FTSE MIB che è ormai ospite fisso del telegiornale.

Quello che avviene sui mercati borsistici mondiali è spesso oggetto di servizi giornalieri all’interno dei notiziari televisivi o dei maggiori quotidiani. Il motivo di questo interesse è abbastanza scontato e deriva dall’influenza che le contrattazioni borsistiche possono avere sulla vita di tutti i giorni.

Basti pensare a quanto successo in molti Paesi all’indomani del celebre crollo di Wall Street del 1929, oppure alla gelata dell’economia globale dopo lo scoppio della bolla dei mutui Subprime nel 2008 per comprendere come esso sia del tutto giustificato.

Cos’è la Borsa di Milano

Quando si parla di Piazza Affari, all’interno di un servizio televisivo o di un’articolo che tratti di finanza, il riferimento è alla Borsa di Milano, ovvero la più importante piazza del nostro del nostro Paese, nata all’inizio del 19° secolo. Se infatti essa non è stata la prima in assoluto ad operare in questo particolare comparto, essendo stata preceduta in ordine temporale da quelle di Venezia (1630), Trieste (1775) e Roma (1802), con il passare del tempo ha assunto sempre maggiore rilievo, anche a seguito della democratizzazione di cui è stata oggetto con il passare del tempo. Se infatti una volta la contrattazione di borsa era riservato alle elite economiche del Paese, oggi chiunque abbia intenzione di investire i propri risparmi in tal modo può farlo.

Storia della Borsa di Milano

Come abbiamo già detto, la Borsa di Milano è la piazza finanziaria italiana per eccellenza. A permettere alla Borsa meneghina di assumere questa leadership è stata in particolare la quotazione al suo interno di tutte le maggiori società industriali italiane, che ha dato luogo ad un aumento esponenziale degli scambi, facendone una piazza di grande rilievo non solo a livello nazionale.

Nel 1998, in seguito alla privatizzazione dei mercati borsistici nel nostro Paese, è poi diventata l’unica operante lungo la penisola, grazie all’accorpamento di altre nove piazze sino ad allora esistenti (oltre alle tre ricordate anche Napoli, Torino, Genova, Firenze, Palermo e Bologna). Da questo processo di razionalizzazione è sorta la società Borsa Italiana, cui sono state affidate le attività tese all’organizzazione e alla gestione di tutti i mercati regolamentati attivi sino a quel momento.

L’avvento del trading online

Dal 1808 ad oggi, però, il mondo è cambiato profondamente e anche la Borsa si è adeguata ai mutamenti in atto, in particolare quelli tecnologici. Proprio l’avvento delle nuove tecnologie ha fatto sì che se una volta fosse necessario rivolgersi alla propria banca per poter acquistare titoli azionari, previo versamento di robuste commissioni, oggi sia invece possibile operare stando comodamente seduti di fronte al proprio personal computer o magari in mobilità, tramite tablet o smartphone.

Il trading online, così si chiama la particolare modalità di interazione coi mercati finanziari attuata tramite le nuove tecnologie, consente inoltre di investire non solo su una determinata piazza, ma su tutte quelle disseminate lungo il globo.

Inoltre, e questa è forse la caratteristica più notevole di questa modalità di commercio, è possibile anche investire sulle azioni senza averne il possesso fisico. A rendere possibile tutto ciò sono i CFD, acronimo di Contracts for Difference, quel tipo di contratto in strumenti derivati che prevede sia scambiata la differenza di valore di un certo titolo o sottostante, la quale sia maturata tra il momento in cui è stato aperto e quello di chiusura.

Come negoziare sulla Borsa di Milano: il trading azionario

Cos’è il trading azionario? Cosa vuol dire fare trading azionario? In pratica si acquista un titolo di questo genere sperando in due percorsi del tutto diversi:

  1. che la società cui fa riferimento metta a segno performance tali da spingere ad un suo apprezzamento. Quando sarà maturata la salita del suo prezzo, si potrà quindi procedere alla vendita, guadagnando appunto la differenza tra le due quotazioni;
  2. che essa metta invece a segno una perdita di valore tale da permettere di mettere a segno l’operazione intrapresa, ovvero la vendita allo scoperto. In pratica si vende una determinata azione puntando sulla discesa della sua quotazione per poi riacquistarla in futuro ad un prezzo più basso lucrando appunto sulla differenza tra il prezzo al quale si vendono i beni e il prezzo più basso pagato per riacquistarli.

Di solito, le azioni di una società vengono scambiate nell’orario di apertura della borsa di riferimento, che nel caso della Borsa di Milano va dalle 9 del mattino, orario di apertura, alle 17.30 del pomeriggio, quando Piazza Affari chiude momentaneamente i battenti.Chi opera in Borsa? Due distinte categorie di acquirenti:

  1. gli investitori, ovvero coloro che vanno a concentrarsi di solito su titoli a lungo termine emessi da un’azienda, dopo averne attentamente monitorato le caratteristiche;
  2. i trader, categoria composta da chi invece punta ad una tattica che potremmo definire “mordi e fuggi”, ovvero fatta di rapide puntate, a volte confinate nell’arco di pochi minuti, tese a sfruttare il formarsi di un trend.

Per poter fare trading sulle azioni con successo, naturalmente, occorre dotarsi degli strumenti giusti, ovvero della preparazione in grado di conferire il massimo di qualità alla negoziazione che andremo ad impostare. Una preparazione che può essere rifinita soprattutto ricorrendo agli strumenti messi in campo all’uopo dal broker con cui abbiamo scelto di fare il nostro commercio.

Proprio gli strumenti formativi sono uno degli aspetti sui quali dovremmo fare maggiore attenzione in sede di scelta della piattaforma. Quelle più importanti sono solite operare di concerto con società create appositamente e mettono a disposizione dei loro utenti corsi online, seminari, guide video e altro.

Listini azionari della Borsa di Milano

La Borsa di Milano presenta una serie di listini azionari, tra i quali si distinguono in particolare:

  1. FTSE Mib, ovvero il paniere che racchiude le azioni delle 40 società quotate che abbiano maggiore capitalizzazione, liquidità e flottante, anche nel caso in cui esse abbiano la loro sede legale all’estero;
  2. FTSE Italia All-Shares, che sostituisce dal 2009 il Mibtel rappresentando quindi un indice del mercato telematico azionario;
  3. FTSE Italia Mid Cap, il quale prende a sua volta in considerazione le quotazioni di aziende italiane che facevano parte del segmento Blue Chip del MTA e del MTAX (ex Nuovo Mercato) e non erano incluse nell’indice S&P Mib. In pratica si tratta delle prime 60 società per capitalizzazione che non appartengono all’indice FTSE MIB;
  4. FTSE Star (acronimo di Segmento Titoli con Alti Requisiti), che comprende le società per azioni di medie dimensioni, ovvero quelle la cui capitalizzazione arrivi sino ad 1 miliardo di euro;
  5. FTSE Small Cap, il paniere delle società a bassa capitalizzazione;
  6. FTSE MicroCap, che rappresenta invece il listino relativo alle società per azioni di piccole dimensioni.

Quali sono i principali titoli

Quali sono i principali titoli che compongono il listino della Borsa di Milano? In una ipotetica classifica non possono mancare:

  • FCA, ovvero il gruppo nato dalla fusione tra Fiat e Chrysler, il quale continua a macinare risultati eccellenti;
  • Ferrari, sbarcata in Borsa nel 2016 e capace di dare vita a rally entusiasmanti, tali da farne ormai un punto fermo dell’FTSE Mib;
  • Poste Italiane, titolo che potrebbe salire notevolmente nei prossimi mesi proprio sull’onda delle voci che ne vorrebbero la privatizzazione;
  • Banca Santander, attualmente la più capitalizzata in assoluto e capofila di un comparto, quello bancario, che sta praticamente surclassando gli altri;
  • Eni, la multiutility dell’energia, che continua ad essere un vero e proprio punto di riferimento del suo settore;
  • Luxottica, azienda leader a livello mondiale nella produzione di lenti e montature per occhiali.

Quali sono le azioni su cui investire? L’esempio di Warren Buffet

Warren Buffet

Warren Buffet è considerato il più grande investitore al mondo.

La domanda che ci si deve porre, in particolare, una volta che avremo concluso il nostro training di formazione è la seguente: quali sono le azioni su cui dovremmo investire al fine di ottenerne il massimod dei profitti?

Al proposito occorre sottolineare come il trader professionista sappia benissimo come esistano in Borsa dei titoli sottostimati, i quali potrebbero in breve tempo apprezzarsi in maniera notevole e altri che invece sono soliti progredire nel tempo, proprio confidando sulla bontà dei propri fondamentali.

Come si fa a individuare le azioni che possono rispondere ai criteri indicati? Per capirlo potremmo prendere in prestito il modus operandi di Warren Buffet, quello che è considerato un vero e proprio mito per chi è solito fare trading, tratto dalle lettere scritte di anno in anno agli azionisti del suo fondo d’investimento Berkshire Hathaway, dalle interviste via via rilasciate nel corso del tempo e da un’analisi delle sue operazioni.

In pratica le regole base su cui si fonda Buffet sono le seguenti:

  1. la gestione razionale dei soldi da parte del management di un’azienda. Se un manager ritiene di poter trarre maggior profitto trattenendo gli utili, può anche farlo, altrimenti deve restituirli agli azionisti. Il tutto si traduce in una semplice formula, “one dollar for one dollar”, ovvero andando a vedere se per ogni dollaro trattenuto sia stato creato almeno un dollaro di maggiore capitalizzazione di mercato per il titolo;
  2. l’impresa analizzata deve essere stata in grado di aumentare nel corso del tempo il guadagno degli azionisti;
  3. ove si decida di puntare su un’azione la sua stima al momento deve essere inferiore almeno del 25% a quella che dovrebbe avere ove l’azienda fosse valutata per quello che realmente vale;
  4. il management dell’azienda considerata devono essere in grado di contenere al massimo i costi di gestione. Da cosa si può dedurre questo dato? Ad esempio dalle ristrutturazioni le quali abbiano comportato il licenziamento di personale, in quanto vuol dire che i lavoratori tagliati erano in numero superiore rispetto alle reali esigenze produttive;
  5. le imprese migliori sono quelle che riescono ad operare senza doversi indebitare oltre misura;
  6. vanno prese in considerazione le aziende che sono riuscite a mantenere un ottimo return on equity, ovvero un livello elevato di ritorno sul capitale investito.

Lettura d’approfondimento consigliata: Warren Buffet, il re degli investimenti

Perché investire nel trading azionario?

Naturalmente prima di decidere di investire il proprio capitale nel trading azionario, sarebbe il caso di capire perché sarebbe il caso di farlo o se invece non sia più utile decidere di rivolgersi ad altri tipi di investimento.

Perché investire nel trading azionario? La prima risposta può essere ricercata proprio nella sua notevole volatilità, che accresce le possibilità di guadagnare, ma anche di perdere in periodi di tempo abbastanza limitati. A permettere di approfittare delle turbolenze che caratterizzano le borse, compresa quella milanese, è lo strumento delle leva finanziaria, che può consentire di entrare sul mercato con una forza anche superiore alla propria effettiva disponibilità finanziaria. In taluni casi il proprio broker permette di approfittare di una leva a 100 o anche oltre, permettendo quindi di mettere a frutto al meglio anche piccoli scostamenti nella quotazione del titolo su cui si punta.

L’importanza di diversificare l’investimento

Per poter aumentare le proprie possibilità di guadagnare con il trading azionario è però necessario mettere in atto una strategia di trading online che possa risultare ottimale, in cui nulla deve essere lasciato al caso.

In questa ottica la parola d’ordine fondamentale è la diversificazione del proprio portafoglio, la quale può essere perseguita sia investendo sulle azioni di una serie di gruppi operanti all’interno dello stesso comparto, ad esempio quelle dell’hi-tech, della telefonia mobile, o del bancario, magari confidando su un evento in grado di riverberarsi in maniera positiva su tutto il settore, sia su gruppi che facciano riferimento a settori diversi.

Per quanto riguarda il primo caso, proprio Piazza Affari è stata oggetto ad esempio in tempi recenti di un vero e proprio rally da parte dei titoli del settore bancario in occasione del varo di importanti provvedimenti del governo italiano, come la riforma delle banche popolari o il cosiddetto Salvabanche.

A rispondere in particolare al criterio della diversificazione sono i cosiddetti Exchange Traded Fund (ETF), i quali sono in grado di procurare guadagni corposi anche a seguito dell’acquisto di un numero limitato di azioni in un determinato giorno, grazie all’effetto di trascinamento creato da eventi ritenuti fondamentali. Anche in questo caso il riferimento più immediato è quello al settore bancario, cresciuto in maniera generalizzata quando il Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha varato il cosiddetto Quantitative Easing, grazie al quale gli istituti dei Paesi aderenti all’Unione Europea potevano acquistare titoli di stato facendo leva proprio sul denaro prestato dalla BCE ad un tasso di interesse prossimo o pari allo zero.

Uno strumento per il trading azionario: l’analisi fondamentale

analisi fondamentale

Insieme all’analisi tecnica, l’analisi fondamentale è il principale strumento a supporto di un investimento.

Chiaramente non puoi diventare un trader di successo dall’oggi al domani prima di comicniare regolarmente a battere cassa devi ampliare le tue conoscenze ed affinare la tua tecnica di investimento, puoi farlo imparando l’analisi tecnica, ma per quanto riguarda il mercato azionario grande importanza riveste anche l’analisi fondamentale che ti permette di conoscere tutti i fattori che influenzeranno le performance dell’azienda presa in considerazione e quindi ciò che causa grandi oscillazioni del prezzo e di conseguenza grandi occasioni di profitto.

Il presupposto su cui si basa il trading azionario è che la quotazione di borsa del titolo di una società non si basi sul reale valore dell’azienda, ma sulla percezione che ne ha il mercato. I soggetti che operano sul mercato azionario, ovvero gli hedge fund, le banche e i privati, si formano cioè una propria idea su una determinata azienda e su di essa fondano il loro investimento. Ad aiutarle in tal senso è l’analisi fondamentale.

Per poter arrivare alla sua determinazione, si vanno quindi a cercare le discrepanze tra il prezzo di mercato corrente e le proprie valutazioni in maniera da poter infine individuare reali opportunità di trading. Ove ad esempio si pensi che la quotazione del prezzo della azioni Ferrari sia sottostimata in base alle proprie personali valutazioni, si potrebbe decidere di andare Long sulle stesse e acquistarne.

Il modo migliore di comprendere il reale valore di un’azienda consiste nel mettersi in grado di stimarne la capacità di produrre reddito ed eventualmente dividendi. Per arrivarci occorre considerare il bilancio consolidato (ovvero quello di tutto il gruppo di aziende che fa capo alla società principale), il segmento di mercato in cui la società è chiamata ad operare (ovvero lo stato della concorrenza e le prospettive presenti e future), le condizioni generali macroeconomiche (se si sia in fase di recessione o di crescita mondiale oppure nazionale) e le eventuali altre informazioni disponibili su società e titolo. Inoltre vanno anche aggiunti il conto economico e lo stato patrimoniale dell’azienda posta sotto osservazione.

Va poi esaminato con attenzione il conto economico, i cui dati più rilevanti sono:

  • i ricavi derivanti dalla vendita di beni e servizi;
  • il margine operativo lordo (in inglese EBITDA) che va a misurare la capacità di ottenere introiti da reinvestire nella propria attività;
  • il reddito operativo (in inglese EBIT), che sarebbe il margine operativo lordo al netto di accantonamenti e ammortamenti;
  • l’utile lordo, ovvero la risultante del reddito operativo più altri redditi finanziari e straordinari;
  • l’utile netto, in pratica l’utile lordo una volta che siano state detratte le tasse.

Altri dati molto importanti per poter valutare lo stato di salute di una azienda sono poi il ROI (acronimo di Return of Interest) e il ROE (Return of Equity). Il primo va a indicare se il capitale utilizzato per l’attività riesca a rendere più di quanto costi prenderlo in prestito, mentre il secondo può aiutare a capire se il capitale utilizzato per l’attività renda maggiormente nei confronti di investimenti alternativi.

Integrando il bilancio e la quotazione di borsa è poi possibile trarre antri indicatori molto importanti, ovvero:

  1. Price/earnings (P/E, il rapporto tra il prezzo di borsa e l’utile per azione);
  2. Price/book value (P/BV, il rapporto tra il prezzo di borsa e il patrimonio netto per azione);
  3. Price/cash flow (P/CF, il rapporto tra il prezzo di borsa e il flusso di cassa generato da ogni azione);
  4. Dividend/yield (il rapporto esistente tra il dividendo e il prezzo di un’azione).

Anche la previsione del lancio di qualche prodotto considerato assolutamente innovativo o comunque in grado di migliorare notevolmente le quote di mercato di un’azienda può rivestire un ruolo molto importante in questa ottica. Si pensi ad esempio alle aspettative che si creano ogni qualvolta Apple si appresta a lanciare un nuovo modello di cellulare, destinate naturalmente a pesare non poco sulla sua quotazione in borsa.

Una volta che siano stati presi in considerazione questi fattori, occorre poi fare riferimento alla situazione macroeconomica, ovvero ad una serie di indicatori come il PIL, l’inflazione prevista, l’evoluzione dei tassi di interesse, la normativa fiscale in cui si trovi ad operare la società sotto esame, i dati occupazionali e altro. A questo punto dovremmo essere in grado di individuare le azioni su cui puntare i nostri soldi, avendo una certa possibilità di successo.

I migliori broker per comprare azioni italiane

Naturalmente, prima di iniziare ad investire sulle azioni proposte dalla Borsa di Milano, occorre stabilire quali siano le migliori piattaforme che possono consentirci di farlo in assoluta tranquillità dal punto di vista della sicurezza e dei servizi. La lista non può non comprendere i seguenti broker:

  • FP Markets, controllata da Playtech Plc e nota anche agli appassionati di calcio per la partnership con l’Arsenal, altro punto di riferimento ineludibile quando si intende operare in assoluta tranquillità e avendo servizi di ottimo livello;
  • Capital.com, che dopo essersi distinto per la facilità d’uso e la sicurezza offerta ai propri clienti ha deciso di allargare il suo raggio d’azione, aprendo anche al trading CFD, con ottimi risultati;
  • Plus500, una delle prime piattaforme in assoluto in ordine cronologico, che si distingue non solo per i servizi e la sicurezza offerti alla clientela, ma anche per le commissioni molto basse e la mancanza di costi aggiuntivi magari nascosti tra le pieghe delle transazioni;
  • IQ Option, tra le ultime arrivate nel comparto dei broker Forex, ma già capace di farsi largo per la qualità della proposta messa in campo, grazie alla quale ha potuto calamitare il favore di milioni di clienti in ogni parte del globo;
  • eToro, la piattaforma nota in particolare per il fatto di proporre ai suoi clienti il cosiddetto social trading, ovvero la possibilità di dare vita alle stesse operazioni approntate dai migliori trader operanti sul broker, un vantaggio che le ha consegnato quote sempre più rilevanti di mercato;
  • AvaTrade, ormai presente in buona parte dei Paesi più avanzati e fornita delle certificazioni rilasciate dalla Central Bank of Ireland, da ASIC (Australia) e FSC (Giappone), quindi assolutamente sicura, oltre che in grado di incentivare al massimo il commercio dei propri utenti;
  • BDSwiss, altro broker regolato da CySEC che permette di fare trading online su una molteplice tipologia di assets come materie prime, indici, azioni, forex e criptovalute; è attivo dal 2012 ed ha base a Francoforte ( Germania );
  • Trade.com, filiale di LeadCapital Markets, una società d’investimento autorizzata e regolamentata dalla CySEC (Cyprus Securities and Exchange Commission), che segue le regole della direttiva MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) fornendo quindi il massimo di garanzie possibili.

Per iniziare ad investire nel trading online azionario, ti invitiamo a leggere il nostro articolo: Le basi del trading in azioni

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